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"Scritto in francese nel 1920, pubblicato a Parigi nel 1921 da un piccolo libraio russo, Povolozky, Dal cubismo al classicismo, uno dei testi fondamentali del 'ritorno all'ordine' europeo, è il frutto e l'espressione degli studi appassionati e febbrili che Severini aveva compiuto negli anni immediatamente precedenti. Muovendo da Vitruvio, e rileggendo i testi teorici del Rinascimento, dall'Alberti a Luca Pacioli, da Diirer a Piero della Francesca a Leonardo, Severini si avvicina alla filosofia di Platone, all'Armonica di Aristosseno e soprattutto a Pitagora. Esiste una legge dell'armonia, un rapporto numerico che si ritrova nelle opere della natura e che l'uomo deve usare nella costruzione delle opere d'arte. Questo rapporto, secondo il quale il tutto sta alla parte maggiore come la parte maggiore a quella minore, Luca Pacioli lo chiamò proportione divina. Lo si può tradurre in un numero, il numero d'oro, e lo si individua nei tracciati del Partenone come nelle proporzioni di una foglia, nel Tempio della Concordia come nella struttura di un cristallo. Partendo da questa intuizione, Severini formula i princìpi di un'estetica del numero. Ma Dal cubismo al classicismo è soprattutto la testimonianza di un sogno: il sogno di una disciplina classica che sia l'inizio di un nuovo Rinascimento, di una nuova epoca d'oro, di una nuova età di Pitagora." Elena Pontiggia